lunedì 7 maggio 2007

Nicolas il «cattolico»


All’indomani della piccola rivoluzione nella politica francese con la vittoria di Nicolas Sarkozy nella corsa all’Eliseo, vogliamo anticipare alcuni brevi passaggi di uno dei capitoli del libro (in uscita nelle librerie per i tipi di Liberal Edizioni) «La difesa dell’Occidente» di Pierre Chiartano, con la prefazione di Renzo Foa. L’elezione del primo cattolico convinto, alla presidenza della Quinta Repubblica, segnerà una svolta storica nella politica transalpina, ma porrà subito la Francia di fronte ad una serie di problemi di non facile soluzione; dal rapporto con la più numerosa comunità islamica d’Europa, alle fratture politico-sociali che la cattiva gestione delle opportunità della globalizzazioni tendono ad accentuare. Rimane comunque emblematica la scelta della laicissima Francia di delegare a un cattolico la gestione dei rapporti con la comunità islamica. Segno che la cultura dei Lumi, votata alla sola ragione, non è più adatta alla complessità dei nuovi rapporti culturali.
«La religione al servizio della società». La religione cattolica ha svolto un ruolo importante nel diffondere e mantenere l’istruzione civica e morale. Sarkozy da atto al ruolo della religione, con la sua presenza diffusa sul territorio, nell’aver aiutato la costruzione dello spirito di cittadinanza integrando ed equilibrando le molte parti della società francese. È convinto che lo spirito e la pratica religiosa siano elementi regolatori di una società delle libertà. Non pensa che l’ideale religioso possa essere presentato come sostituto degli ideali repubblicani, la cui trasformazione (1875) in ideologia laicista ne avrebbe svilito il valore di collante della nazione. Gli ideali repubblicani restano di attualità bruciante. La religione non è solo un fenomeno di culto, ma un elemento d’identità culturale. Un approccio che serve per identificare la comunità cattolica, ebraica, come quella mussulmana che non si può ridurre ai soli frequentatori di chiese, sinagoghe e moschee. Questo aiuta a comprendere un mondo più ampio di quello legato alla definizione laica di arabo (esempio i 400 mila turcofoni o i mussulmani dell’Africa nera). Sarkozy distingue l’integrazione dall’assimilazione, dove quest’ultima chiede una rinuncia all’identità originaria per essere accettati nella comunità. «Il battesimo repubblicano non può essere messo sullo stesso piano del battesimo religioso».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo con quella faccia non ha niente di "cattolico" dentro. Ma lasciamo stare la fisiognomica e parliamo dell'assimilazione. Ma davvero uno per cambiare Stato deve cambiare anche religione? E' questo che si intende? I nostri italiani in Germania sono diventati protestanti? E i nostri impreditori che vanno in Cina a sfruttare il lavoro dei Cinesi, diventano forse seguaci di Confucio? Ci sono concetti nella testa degli altri che mi lasciano perplessa sulle mie idee. Vorrei capire!
ciao
Carmela

Anonimo ha detto...

Allora: volevo scrivere" secondo me" e questo l'hai capito. Adesso l'invio del commento è andato bene , e questo l'hai capito. Vorrei dirti che mi piace il tuo modo garbato di porti anche verso di me che non ho esattamente le tue stesse idee. Evidentemente è questa la "civiltà occidentale" che vale la pena di difendere!
ciao
Carmela