martedì 22 settembre 2015

Stato islamico di necessità...

Chi c’è dietro Stato Islamico e Boko Haram? Chi li finanzia? Perché è cosi difficile da capire un fenomeno che nel mondo islamico conoscono anche le pietre? Cosa ci fa sottovalutare alcuni fenomeni del radicalismo armato? Queste sono solo alcune domande, peraltro tutt’altro che esauistive, cui proveremo a rispondere nello spazio ristretto e semplificatorio di un articolo.

Non ci sono dubbi che tra i maggiori finanziatori del radicalismo violento e bestiale ci siano alcune fondazioni waabite saudite ma non solo. Il waabismo è presente anche in Qatar e negli Eau, quasi assente in Kuwait e nel Barhein. La sua forza deriva dal potere “politico” che esercitano, specialmente in Arabia Saudita, dove nominano il ministro della Giustizia, e dal ricatto morale che utilizzano per tenere sotto scacco una famiglia reale pletorica, dedita ai complotti intestini e sostanzialmente corrotta.
LEGGI QUI

giovedì 27 agosto 2015

Sousse, capitolo di sangue già scritto

Tunisi. Il treno per Sousse parte dopo le tre del pomeriggio. Circa due ore e mezzo di viaggio, sballottato ma con un climatizzatore che funziona, e arrivo alla stazione della città costiera tunisina, meta di solito di migliaia di turisti. La conta delle vittime della strage portata a termine dal giovane jihadista Seiffedine Rezgui non è aggiornata. Leggo sul mio tablet la Bbc: una trentina di morti sulla spiaggia di al Kantauy. Una collega tunisina mi chiama al cellulare. «Un attentatore è stato ucciso mentre si allontanava dall’albergo con un kalashnikov. Un altro l’hanno arrestato»...
LEGGI IL REPORTAGE

martedì 28 aprile 2015

Reporting from jebel Mghilla. Tunisia and the war against IS

Non è la Sierra Maestra. Jebel Mghilla potrebbe ricordare il rifugio preferito dai guerriglieri cubani, l’ultimo di Fidel Castro alla macchia, dopo il fallito attacco alla Mocada. Ma non siamo a Cuba, ci troviamo in Tunisia. I barbudos ci sono, ma promuovono un jihad senza pietá contro stranieri e murtaddin, i musulmani “deviati”. Ogni analogia si spegne, ogni suggestione legata alla storia dell’altro secolo scompare. Ogni accostamento appare inappropriato. Rimane il fascino per un posto ricco di suggestioni e di persone in carne ed ossa...

LEGGI QUI

lunedì 2 marzo 2015

Tunisia: il vento del Califfato


Un breve viaggio dai quartieri "difficili" di Tunisi, passando per Oeslatia, nel centro rurale del paese, dove alcune famiglie di giovani jihadisti si sono ribellate contro i reclutatori locali di Stato islamico, per finire nella provincia povera vicino al confine con la Libia. Ben Gardane e il  "passaggio" di Ras Ajdir, una zona che ha regalato molti martiri alla guerra in Siria, Iraq e in Libia. Qua il fiato di SI si sente piu forte... anche in qualche commento. Prevale pero' nella gente la voglia di tenere la Tunisia lontano dalla violenta onda del Califfato. Ce la faranno?
Lo racconta Francesca Mannocchi, con le immagini di Sirio Timossi e la collaborazione di Pierre Chiartano e Dhouah Talik per La7 "Piazza Pulita" - trasmesso il 16 febbraio 2015

GUARDA QUI IL FILMATO

mercoledì 28 gennaio 2015

Tunisia, serbatoio del jihad

Mie foto sul pezzo di Amedeo Ricucci, pubblicato il 9 gennaio 2015 su Venerdi di Repubblica

Tg1/TV7 "Sempre piu vicini" reportage about tunisian jihadist

Amedeo Ricucci reporter, Cristiano Tinazzi cameraman, Pierre Chiartano producer

Reportage broadcasted Juanuary the 16th 2015 - Tunisia is the only country coming from "ArabSpring" with a new costitution and a "democracy" but it is even the greater supplier of young jihadists to Islamic state and other organization fighting in Syria, Iraq and Libya

To see the footage at min 29  sec30