Ahmad è giovane, nonostante la barba. Maneggia il kalashnikov con attenzione e disinvoltura. L’attenzione viene dalla lunga pratica. La disinvoltura deriva dalla consapevolezza che in Siria un’arma è solo il prolungamento della mano. Lo poggia sul tavolino di legno che è il suo ufficio di capoposto alla frontiera di Bab el Salam, mezz’ora d’auto a nord di Aleppo, all’ombra del grande cartello che recita “Free Syria” con i convenevoli d’occasione, a seconda da quale lato lo si guardi...
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lunedì 10 marzo 2014
Siria, cronache di confine
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