lunedì 15 settembre 2008

Santità&Grandeur



Benedetto XVI in visita nel Paese dei Lumi, di Voltaire e di Sarkozy. Ecco cosa pensa l'attuale inquilino dell'Eliseo su Stato, religione e laicità come emerge dalle pagine del libro di Pierre Chiartano. Argomenti sicuramente trattati nei colloqui tra Sarkozy e il Santo Padre:
Chi «crede» può farlo seguendo norme e modalità che preferisce. «Pregare cinque volte al giorno, andare in chiesa tutti i giorni, rispettare le regole dello shabbat, non fa differenza. Ciò che fa la differenza è voler imporre agli altri la propria visione della religione». L’integralismo si traduce spesso nel mancato rispetto dell’identità dell’altro. Si vuole imporre una lettura del mondo, dell’uomo, della vita, dei rapporti fra politica e trascendenza. «Questo atteggiamento non può avere posto nella Repubblica francese».
(...) tanto impegno sia anche prodotto di un certo «vizio» tutto francese. La convinzione di poter essere portatori di un modello politico universale, che possa imporsi grazie alla bontà del marchio republiquen, in un mondo, quello della globalizzazione, che è sempre meno riconducibile al modello razionalista, padre della radice culturale della tradizione francese. La Francia si porrebbe così, creando una struttura che faccia parlare l’islam francese con una sola voce, come esempio per tutto il mondo musulmano. Potrebbe servire da esempio per la modernizzazione dell’islam e per lo sviluppo di un approccio più scientifico e meno letterale del Corano, com’è avvenuto per la Bibbia negli anni Cinquanta. «Avremo così la vittoria dei valori essenziali e universali di questa religione sulla concezione retrograda ereditata dal passato e dalla storia».
(...) I fedeli delle grandi correnti religiose non chiedono altro che professare liberamente il loro credo, e difficilmente accettano di essere percepiti come una minaccia o un pericolo. Nascono così le ragioni della grande importanza del ruolo di «ministro dei culti» religiosi. C’è un forte bisogno di religione per gli uomini e le donne del nostro secolo. La fede è la «via» di un percorso che termina solo con la morte, per questo Sarkozy non crede ad una concezione settaria o indifferente della laicità, segnando un forte punto di discontinuità con la tradizione transalpina.
(...) Diventa quindi centrale il posto che occupa la religione nella Francia del terzo millennio. E non dovrà essere una collocazione esterna, o in concorrenza rispetto al concetto di repubblica, ma «sarà una collocazione dentro la Repubblica» (C’est une place «dans» la République).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sarkozy ha dimostrato un approccio assai dievrsio dai suoi predeccesori. Hai ragione, anche sul rapporto Stato religione,nella laicissima Francia, è cambiato qualcosa. Ciao leggerò il tuo libro B.